INCREDIBILE!ABBIAMO UNA STELE IN PROTOCANANAICO DI SANTU YHW
documento di valore inestimabile archeo-linguistico per la Sardinya e le sue genti
Recentemente è stata resa pubblica (purtroppo da un anonimo) una lastra che merita un immediato nostro breve commento tanto ci risulta importante sul piano epigrafico e paleografico. Non sappiamo quanto grande essa sia né in quale località della Sardegna è stata trovata.
Però il rinvenimento della lastra di San Nicola di Uta e quello di Pranu Proceddu, sempre di Uta, ci invita a pensare che anche questo reperto possa provenire dalla stessa località o da qualche luogo non molto lontano da essa. Dirò subito il perchè.
Anche la lastra dell'anonimo reca, con buona probabilità, un dato salvifico riguardante stavolta una donna, una certa YAELיָעֵל. .
Delle due lastre precedenti la scritta di Pranu proceddu contiene all'inizio (con incipit del pittograma luminoso a nove raggi) l'espressione che, in modo inequivocabile, reca il nome (pronome) di yhw: “Luce continua della potenza ('Oz) di Lui (yhw).
Nel testo seguente invece si invoca il 'raby' yhw perchè salvi (guarisca) “yachd syr Chrly”. Anche la lastra di San Nicola invita (ma stavolta si tratta di un santone palestinese, un certo 'adn) alla guarigione ('ruph' guarisci) di 'shaphan' figlio di BLK. Potrebbe essere plausibile quindi che in Uta ci fosse qualche tempio nuragico, un santuario rinomato per le invocazioni e le guarigioni sia da parte della divinità YHW o di santoni (sardi o non).
Anche il testo di questa terza lastra (per ora di difficile completa interpretazione) potrebbe essere legato alle invocazioni di salvezza perchè esso, in modo del tutto singolare per una epigrafe (da quanto so), riporta l'inizio delle singole linee con la consonante 'yod'; consonante che, scritta da sola, è la nota 'lettera a forcella', segno assai usato nel nuragico, che è l'inizio (acronimo) della divinità nuragica YHW.
La consonante è ripetuta nella lapide per sette volte, tante cioè quante sono le linee di scrittura del testo. Il particolare lusus dello scriba nuragico (è questo, soprattutto, che garantisce – secondo noi - dell'autenticità dell'epigrafe) ci è noto da tempo. Si tratta di quella che da tempo abbiamo chiamato per altri documenti 'iterazione logografica'.
Consiste nello scrivere una data parola (o una data consonante come in questo caso) per un certo numero di volte, numero che, secondo le convenzioni numerologiche, sta al posto di una parola ( tre = luce, quattro = forza, cinque = potenza, sette = santo, nove = continuo, ecc.). Y(acronimo di Yhw) ripetuto per sette volte (yhw 'sette') è uguale a YHW SANTO.
Ricordiamo per inciso che lo stesso uso della 'iterazione logografica' è assai presente nella scrittura metagrafica funeraria etrusca. Se la presenza del nome 'santo' di Y(hw) è assai intrigante in egual misura stimolante è il documento sotto l'aspetto epigrafico e paleografico. Con ogni probabilità esso è scritto in bustrofedico con inizio di lettura a partire dalla sinistra.
Le testimonianze del bustrofedico in protocananaico in Palestina non mancano ( v. ad esempio il 'pugnale di Lachish, l'ostrakon di Izbet Sartah, il cosiddetto 'coccio di Gezer'). Le lettere, come abbiamo già detto altrove sono molto arcaiche, come la 'mem' (scritta due volte : ll. 5 e 6), la 'sade' (scritta tre volte: ll. 3, 4 e 7) , la 'beth'(ll. 1 e 4), la 'yod' (scritta – come si è detto - ben sette volte all'inizio di ogni linea), le 'nun' pittografiche a serpentello.
Sulla sinistra in basso, dopo la settima linea si nota un intreccio di grafemi, un agglutinamento di due o più segni che forse potrebbe costituire una sigla.