IMMENSA LA TRAGEDIA PALESTINESE. MA LA REGIONE STA PER CAMBIARE PADRONE. CI VUOLE TEMPO CERTO. ANCORA ALTRI MISFATTI, SEPPURE NON A BREVE
LA REGIONE NON SARA' PIU' GOVERNATA DA STRANIERI COLONIZZATORI
Antonello Boassa
Nelle ultime 48 ore i killers israeliani hanno assassinato 300 palestinesi grazie al GHF (organizzazione umanitaria USA/Israele) che uccide quando chiedi cibo e ai continui bombardamenti.
Hamas ha chiesto che gli aiuti umanitari fossero affidati all'ONU e che l'esercito sionista si ritirasse dalla Striscia durante i negoziati. Netanyahu, Smotrich, ben Gvir non ci sentono da entrambe le orecchie. Trump è fiducioso. Basterà dare per il fallimento la responsabilità ad Hamas.
Israele è impegnato su più fronti: Siria, Libano, Iran, Yemen, Gaza, Cisgiordania...Ma non chiude con nessun fronte. La Resistenza non è stata domata. Molti soldati dell'esercito di occupazione, durante le loro mefitiche operazioni, muoiono.
Tralascio un'analisi sui fronti creati dal Sionismo (un altro post a seguire) per tracciare un quadro d'insieme della regione del Golfo che sta rapidamente mutando nelle sue percezioni politiche...
Per Trump, il ciarlatano, per Israele, per L'Occidente, i "dodici giorni" di guerra contro la Repubblica islamica sono stati un trionfo, una vittoria contro la Guida Suprema, contro le Guardie rivoluzionarie. Non così le cose sono apparse a Paesi come l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi, l'Oman, il Qatar. Che, invece, hanno potuto finalmente comprendere non solo la potenza di fuoco dell'Iran e la sua superiorità rispetto allo Stato Ebraico ma anche la sua capacità di equilibrare la reazione militare, di saper moderare, di saper chiudere al momento giusto la conflittualità con atti guerreschi simbolici.
Che cosa è successo? che l'Arabia saudita in testa ha capito che la sicurezza della Regione potrebbe essere più stabile se si affidasse ad una-non dico alleanza, troppo presto- cooperazione più marcata tra Paesi della Regione, con un Iran con solide deterrenze militari che potrebbe fornire garanzie non solo di buon vicinato ma anche di sicurezza. Una sicurezza che Israele e Stati Uniti forse non sono più in grado di fornire. Tel Aviv è stata devastata dai missili iraniani e solo l'intervento trumpiano ha impedito un disastro militare, civile, morale, politico più accentuato.
Di là nel Golfo l'hanno capito bene. Il Golfo sarà più sicuro quando saranno i Paesi stessi del Golfo a garantire la sicurezza. Arabia saudita, Emirati Arabi, Qatar, Oman, cui presto potrebbero partecipare Libano (Hezbollah non è stato ancora annientato), Giordania, Iraq, Siria (vedo nero nel futuro di Jolani). La stessa questione palestinese potrebbe aprirsi a nuovi orizzonti (mi dispiace per Trump che avrà ancora effimere vittorie di Pirro ma non credo che potrà godere di uno sfollamento generalizzato, di resort e di ville sulla spiaggia. La Resistenza non è ancora scomparsa)